Como ed il suo territorio visto e letto con da una prospettiva particolare. La proposta, anche un po’ provocatoria, è di rileggere attraverso l’espressione pittorica e poetica il nostro territorio per scoprirne aspetti nuovi.
Il desiderio di interpretare con espressioni artistiche di una pittura che riprende aspetti del territorio Comasco e di una poesia che mette alla prova la capacità del dialetto di farsi strumento di concetti elevati che pur appartengono alla cultura del Lario, può essere l’occasione attraverso l’evento nell’ambito delle attività promosse dal Chiostrino di un coinvolgimento “alternativo”, dove pittura e poesia convergono per raggiungere uno stesso obiettivo; rileggere ancora una volta un mondo particolare che è quello del Lario e della “Bassa comasca”. Attraverso la poesia, gli spazi espressi con la pittura vengono riempiti, con personaggi reali o fantastici, che esaltano la magia di un territorio unico.
Vito Trombetta
Sarebbe fin troppo facile, per chi non legge poesia, chiamare Vito Trombetta poeta dialettale dimenticando che è il modo e l’intenzione con cui si usa tale lingua – nello specifico il dialetto di Torno – a fare la differenza tra il semplice intrattenitore, il “provinciale”, e il poeta che, per motivi non solo culturali, sceglie un linguaggio parallelo alla lingua ufficiale per dire “altro”. Vito Trombetta non è un poeta dialettale ma un poeta che scrive in dialetto perché in esso ritrova il cammino mai finito delle origini e il sapore di una lingua viva che, strumento caldo, incarna uomini luoghi e storia
Giancarlo Berlusconi
Qualsiasi forma di attività dell’uomo come riprova o esaltazione della sua capacità d’espressione e del suo talento inventivo viene definita ARTE
Le sovrapposizioni di immagini per poi aggrapparsi con l’anima e far propria ogni possibilità di trasformazione partendo dalla cromia che non è mai riferente al soggetto stesso, ma di fantasia, di immaginazione per poi deformare il tutto cercando di creare comunque armonia tanto è che Giancarlo Berlusconi, sa fermarsi al punto giusto per fare in modo che il tutto risulti affascinante, armonioso e quindi piacevole agli occhi…
ma non solo, si entra dentro l’opera e si può vedere ciò che ognuno di noi vuol vedere, questo a dimostrazione che spesso ciò che vediamo all’occhio non è quello che percepiamo. Mosaici pieni di energia, di vitalità, di emozioni